Dopo "Lingua italiana e cinema” Fabio Rossi presenta “L'opera italiana: lingua e linguaggio”, proseguendo il suo viaggio attraverso l'uso della nostra lingua nei media dello spettacolo
Dopo il successo riscosso da Lingua italiana e cinema (sei ristampe dal 2015 ad oggi) Fabio Rossi in questo nuovo suo saggio, pubblicato nuovamente da Carrocci Editore ed intitolato L'opera italiana: lingua e linguaggio, prosegue la sua indagine su come la lingua italiana e la sua fraseologia siano state impiegate in queste forme espressive di massa.
Linguistica e melomania
Studioso e docente di linguistica italiana all'Università di Messina, ora Fabio Rossi – integrando in un testo nuovo e completo alcuni precedenti approcci all'argomento - affronta il complesso mondo del melodramma italiano, dai suoi esordi seicenteschi agli ultimi sviluppi novecenteschi. Con un'ottica che «non può non ricalcare le competenze ed i gusti del suo compilatore: uno storico della lingua italiana, affetto da melomania acuta, studioso del linguaggio musicale e operistico, oltreché cinematografico», come precisa in apertura delle sue 142 pagine.
Un libro per quali lettori?
Contrariamente a quanto riportato in quarta di copertina, questo denso saggio non parrebbe proprio adatto però per «avvicinare all'opera coloro che ne sanno poco o nulla (..) e non hanno mai messo piede in un teatro»; i lettori non informati troveranno qualche difficoltà a confrontarsi senza preparazione con un testo specialistico, ricco di annotazioni storiche e di costume, semantiche e linguistiche, e di accurate riflessioni sul linguaggio librettistico, le sue peculiarità e la sua evoluzione nel tempo, sul rapporto con la musica ad esso sovrapposta, ed infine sulla relazione/confronto tra l'opera stessa come genere di spettacolo e il pubblico fruitore.
Lo stesso dicasi per le problematiche della messa in scena e per la decifrazione di termini talvolta ignoti ai più (forma enclitica, allotropia, iperbato, epifasi),
Meglio essere già informati
Probabilmente i veri destinatari de L'opera italiana: lingua e linguaggio, che ha molte caratteristiche di un testo universitario, sono quanti hanno già buona conoscenza del mondo dell'opera, della sua storia, dei suoi meccanismi, e siano curiosi di approfondire, con una guida sicura, l'uso della lingua e dei suoi mezzi espressivi nei lavori di un Pergolesi, un Rossini, un Verdi, un Puccini. Ma soprattutto – e in questo la quarta di copertina centra il bersaglio – sarà assai utile quale «agile strumento scientifico e didattico ai corsi di Linguistica, Storia della lingua, Italianistica, Drammaturgia e Storia dello Spettacolo». Nonché, aggiungerei, agli studenti di canto dei nostri conservatori. E magari pure ai loro insegnanti.